Il caffè è semplicemente il simbolo dall'amicizia, e dell'attenzione
per se stessi e per il proprio benessere. Spezzare il ritmo convulso di certe
nostre giornate andandoci a prendere un caffè (in compagnia, ma anche da soli)
ci aiuta a non prenderci un esaurimento. Il vero segreto del caffè a Napoli è
racchiuso nella miscela napoletana
e nella sua particolare tostatura, che le conferisce una più scura colorazione
rispetto a quella delle altre regioni italiane e straniere. Si dice della
miscela napoletana che é “cotta al punto giusto”. Ciò significa che le è
prestata una grande attenzione durante il processo di torrefazione e va bevuto
secondo la regola delle 4 C : comme coce’ chistu caffè.
Ecco, dove avrei trovato la mia miscela napoletana, come avrei fatto a
ricreare quella magia cantata da Eduardo nelle sue commedie.
Queste alcune delle domande che mi ponevo nel venire a vivere a Scauri
che si accavallavano ad alcune certezza sulla mia scelta di vita…..ma il
caffè…..?
Espresso, capsule, cialde ed altro in una ricerca spasmodica di quel
piccolo piacere che tanto incide sulla giornata di un vero napoletano. Un vero
miracolo che dalle terre di abissinia (Etiopia) si è diffuso nel mondo sotto
forma di chicchi chiamati qahwa e che a Napoli è divenuto “rito”.
Orfano di tale piacere a Minturno, avevo appeso la mia macchinetta
personale al chiodo in attesa di una soluzione. E la risposta era li, proprio a
Marina di Minturno: “L’antique Colonial Cafè” di Antonio Guglielmo non una
semplice torrefazione ma il tentativo di diffondere una cultura centenaria, una
vera arte diffusa in tutto il mondo ma che la scelta anonima di cialde e
capsule, il consumismo dei tanti Starbucks avevano “dozzinalizzato. Il caffè
per piacere e non per abitudine, il caffè seduto in attesa della tostatura
specifica della miscela scelta, il caffè quale filosofia di vita, cultura,
incontro e conoscenza grazie al prof, Guglielmo ed il suo salotto, estremo
tentativo (da non lasciare morire) di affermare il ruolo da protagonista, del
caffè, nel mondo dello slow food in
alternativa al caffè, bistrattato nei vari Bar, da assurde contaminazioni
(nocciola-panna od altro) o da un ruolo, solo subalterno, al solito cornetto o
maritozzo.
Scusatemi, vi lascio, vado a comprare la miscela nel salotto di Antonio
Guglielmo, all’Antique Colonial Caffè di Marina di Minturno e, nell’attesa
della tostatura, mi godo quattro chiacchiere che nascono da un grande amore per
quel piccolo “chicco nero”.
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