C'è una verità con la quale dobbiamo fare i conti: in Italia rubano, quasi tutti. E' facile e, forse fuorviante, prendersela con i politici od i manager: scagli la pietra chi è senza peccato o alzi la mano, di craxiana memoria, chi ha una morale specchiata e non ha mai rubato nulla; dal "pezzottamento" di Sky, agli approvvigionamenti del personale sanitario, a mance e mancette, a dazi che servono ad ungere, a raggiungere un risultato. Nella prima repubblica rubavano in pochi, oggi il motto è: cerca l'onesto. Allora battiamoci il pugno sul petto e prima di indicare l'altro, il politico, facciamoci un esame di coscienza e un promessa: "prometto di non procurarmi, con l'inganno, la frode, la protervia o la forza del ruolo qualsivoglia beneficio non previsto dalla legge e prometto altresì di denunciare chiunque, ed a qualsiasi titolo, rubi all'altro od allo stato.
Dio ha detto: settimo non rubare e, in caso di peccato, vai all'inferno. Io ti dico: non rubare altrimenti ti spezzo le gambe.
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