ROMA - E' stata bocciata
perché "non scientificamente valida". La dieta dei gruppi sanguigni, un
regime alimentare per perdere peso che ha fatto proseliti in tutto il
mondo, non supera l'esame dei ricercatori dell'Università di Toronto. Lo
rivela uno studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica Plos One.
La cosiddetta 'Dieta del gruppo sanguigno', messa a punto dal
naturopata Peter D'Adamo nel 1997, non avrebbe valore scientifico. Il
metodo si basa sul fatto che a ogni gruppo sanguigno corrispondano
diverse glicoproteine nelle cellule che rendono più "digeribili" alcuni
cibi, portando a ridurre il rischio cardiometabolico e a rimanere sani
più a lungo.
Lo studio. Da tempo diversi esperti
internazionali avevano espresso dubbi sulla ricetta di D'Adamo. I
ricercatori canadesi hanno preso in esame 1455 persone, e hanno messo in
evidenza il fatto che il modo in cui ciascuno reagiva alle quattro
diete ideate (per i gruppi sanguigni a, b, ab e zero) nulla aveva a che
vedere con il gruppo sanguigno di appartenenza. A tutti i partecipanti
allo studio sono state chieste informazioni dettagliate
sull'alimentazione quotidiana, attribuendo loro un punteggio sulla base
dell'aderenza o meno alla dieta del gruppo sanguigno di appartenenza.
Chi "sgarrava" di più avrebbe dovuto essere maggiormente a rischio,
avere alcuni parametri come trigliceridi, colesterolo o glicemia oltre i
limiti, invece la scoperta è stata che il meccanismo non era così
automatico.
"Nessun collegamento". "Alcuni
regimi alimentari erano di per sé sani e in coloro che li seguivano si
evidenziavano profili cardiometabolici positivi - spiega il dottor Ahmed
El-Sohemy, che ha coordinato la ricerca - ma questo era del tutto
indipendente dai gruppi sanguigni. In pratica, la ricerca ha evidenziato
che il modo in cui ciascun individuo risponde a un'alimentazione
vegetariana o povera di carboidrati ha a che vedere solo con la sua
capacità di adattarsi a quello specifico regime dietetico" sottolinea
El-Sohemy.
Sette milioni di copie vendute. Sembra
tramontare così, almeno fino a quando non si faranno ulteriori studi
per confrontarla con una dieta standard, la possibilità di dare
validazione scientifica alla dieta dei gruppi sanguigni, che prendeva le
mosse dall'eredità genetica dei nostri antenati e dalle loro abitudini
alimentari e la cui popolarità era dovuta al libro "Eat right for your
type", che ha venduto oltre sette milioni di copie del mondo. Diversi i
personaggi famosi che l'hanno scelta, come la cantante Cheryl Cole e il
cantante e attore Cliff Richard.
L'esperto. Non
si stupisce Fabio Virgili del Consiglio per la sperimentazione e Ricerca
in Agricoltura, esperto in alimentazione e genetica, che da tempo
esprime dubbi sulla validità della dieta dei gruppi sanguigni. "Non ci
sono basi scientifiche solide per dimostrare questa tesi. Per validare
una teoria occorrono evidenze epidemiologiche, cliniche, indagini che
forniscano dati solidi con strumenti comprovati scientificamente e che
qui non ci sono - spiega Virgili - . I gruppi sanguigni più noti, e su
cui si basa la dieta, sono quattro, in realtà i fattori ematici che si
potrebbero prendere in considerazione, per voler tentare un'improbabile
distribuzione della popolazione su questa base, sono almeno una
ventina".
"Metodo assurdo". E' ancora presto
per proporre un regime alimentare che si basa sulla genetica? "Da quando
abbiamo gli strumenti per indagare il genoma, la ricerca sulle
relazioni tra genetica e alimentazione risulta sempre più complessa -
dice Virgili, - ci stiamo rendendo conto di quanti fattori, sia
genetici che ambientali, concorrano a determinare il nostro rapporto con
gli alimenti e di riflesso con la nostra salute. La pretesa di
determinare la dieta ottimale seguendo la genetica è ancora una cosa
assurda, molto prematura e ingiustificata. E' vero che qualcuno può
essere più predisposto da un punto di vista genetico a sviluppare
malattie cardiovascolari, ma non è detto che si ammali. Questo spiega
come mai anche due gemelli possano talvolta ammalarsi di patologie
diverse".
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