domenica 12 giugno 2011

Il senese od il napoletano?

Caro Livio,

e scusami se uso il tu ma ci conosciamo da tanto tempo. Hai perfettamente ragione: l’etica di un consigliere non si misura sul linguaggio o gli atteggiamenti, la si giudica sull’impegno, sui risultati e sulla moralità. Tutto questo è giusto se non fosse che: le sedute del consiglio sono pubbliche; usare certi toni e certe frasi significa dare al tuo oppositore un’arma di dispregio nei tuoi confronti; un certo linguaggio è ammissibile da chi non ha la cultura che ispira il nostro essere. Ebbene ti domando? È giusto costringere il pubblico ad ascoltare improperi?, pensi che gridare sia più incisivo che usare la forza dirompente della parola? Perché non fai sfoggio del tuo bagaglio culturale (che hai, e lo sanno tutti quelli che ti conoscono) contro alcuni consiglieri che farebbero bene a rifare tutto l’iter (breve) scolastico; perché non usare la forza della convinzione, del sentirsi nel giusto, di non essere ladro per opporti al tuo interlocutore? Forse qualcuno ti ha affidato il ruolo di mediano incontrista (tipo Lodetti o De Napoli) che scalciavano l’avversario, erano ritenuti scarponi, mentre il principino Rivera o l’elegante Mazzola prendevano applausi e le pagine dei giornali. Fammi una promessa: da domani togli loro ogni alibi, stupiscili, parla in puro toscano senese e di loro, come fosse il divino Poeta: “l’astro lunare al calar delle tenebre riposa la sua luce nell’oscuro dell’orizzonte e voi………ve ne vulit i’

Nessun commento: