venerdì 2 dicembre 2011

MI AVEVATE PROMESSO LA PENSIONE



Una attesa snervante…lunedi, dovete attendere lunedi e saprete. E cosi una larga parte di cittadini sta passando il più brutto fine settimana della sua vita. Lunedi un signore sconosciuto, da noi non votato salirà su uno scranno in parlamento e ci dirà, mi dirà quanto ancora devo lavorare, quanti anni ancora svegliarmi alle sei del mattino, affrontare il traffico ed affrontare il mio Caporeparto e quei dannati colleghi. Avevo fatto dei progetti. Sono trentacinque anni che faccio calcoli, che faccio sogni ad occhi aperti, che conservo quei modellini in scala per quando smetterò di lavorare. E quel fine settimana da quei conoscenti  in Sardegna?, quella gita a Pietralcina che abbiamo tanto rimandato?, e quell’orologio che da anni voglio comprare e che avevo deciso di pagare con la liquidazione?. Lunedì, lunedì. Non riesco a dormire e penso mio padre, a quella cena a ristorante per festeggiare la pensione, a quel fine settimana che i miei genitori passarono a Ravello non avendo potuto fare il viaggio di nozze; penso a quei piccoli debiti che da anni cerco di pagare, alla lavastoviglie rotta, al bagno da riattare, alla stanzetta da tinteggiare, alla festa di 18 anni di mia figlia che voleva fare, per regalo, un viaggetto a Firenze. Penso a mia moglie, a quella vestaglia che ho conservato da mesi, alla promessa fatta a mio fratello che non vedo da 20 anni di andare a trovarlo in Germania….lunedi…lunedi. Non riesco a dormire, dannata crisi, dannato euro, dannata Mecchel o come diavolo si chiama. Peppino sveglia sono le sei devi andare a lavoro.

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