Una attesa snervante…lunedi, dovete attendere lunedi e
saprete. E cosi una larga parte di cittadini sta passando il più brutto fine
settimana della sua vita. Lunedi un signore sconosciuto, da noi non votato
salirà su uno scranno in parlamento e ci dirà, mi dirà quanto ancora devo
lavorare, quanti anni ancora svegliarmi alle sei del mattino, affrontare il
traffico ed affrontare il mio Caporeparto e quei dannati colleghi. Avevo fatto
dei progetti. Sono trentacinque anni che faccio calcoli, che faccio sogni ad
occhi aperti, che conservo quei modellini in scala per quando smetterò di
lavorare. E quel fine settimana da quei conoscenti in Sardegna?, quella gita a Pietralcina che
abbiamo tanto rimandato?, e quell’orologio che da anni voglio comprare e che
avevo deciso di pagare con la liquidazione?. Lunedì, lunedì. Non riesco a
dormire e penso mio padre, a quella cena a ristorante per festeggiare la
pensione, a quel fine settimana che i miei genitori passarono a Ravello non
avendo potuto fare il viaggio di nozze; penso a quei piccoli debiti che da anni
cerco di pagare, alla lavastoviglie rotta, al bagno da riattare, alla stanzetta
da tinteggiare, alla festa di 18 anni di mia figlia che voleva fare, per
regalo, un viaggetto a Firenze. Penso a mia moglie, a quella vestaglia che ho
conservato da mesi, alla promessa fatta a mio fratello che non vedo da 20 anni
di andare a trovarlo in Germania….lunedi…lunedi. Non riesco a dormire, dannata
crisi, dannato euro, dannata Mecchel o come diavolo si chiama. Peppino sveglia
sono le sei devi andare a lavoro.
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