Quando diventiamo genitori cerchiamo di
variare poco l’educazione avuta dai nostri, essenzialmente per due motivi, la
paura di sbagliare cambiando ed i risultati ottenuti che poi non sono tanto
malvagi.
Certo una cosa ci ripromettiamo un po
tutti i nuovi padri e madri e cioè di evitare di dire spesso NO ai nostri figli, sia perché non gli abbiamo
accettati noi e sia perché il poco tempo in cui possiamo dedicare loro ci
sembra doveroso riempirlo di coccole evitando fastidiosi alterchi.
Eppure per crescere bene un bambino, per
crescere, ha anche bisogno di sentirsi dire “no”. Non certo nei primissimi mesi
di vita in cui bisogna dirgli unicamente di “sì”, tirandolo su, ad esempio,
dalla culla quando piange. Dicono i pediatri che questa pratica va messa in
atto non prima dei 12-15 mesi, quando potrà cominciare a capire che esistono
delle regole. E’ questo anche il periodo nel quale egli comincia a percepire
che lui e la mamma e/o papà sono
soggetti diversi.
Educare significa “trarre da” quindi
l’educazione è finalizzata a rendere
autonomo e indipendente il bambino e non ad incrementare un amore, peraltro,
scontato. L’obbligo è mostrarsi sicuri nelle indicazioni, come se possedessimo
delle certezze e non delle insicurezze che potrebbero allontanare i
giovanissimi dal concetto di disciplina.
Non sarà facile ma bisognerà sopportare
ogni “musetto” triste od imbronciato senza assumersi stupidi sensi di colpa per
un diniego o per una leggerissima sculacciata.
Il piccolo dovrà imparare, e sarà meglio
che lo faccia presto ed a sue spese, che non può fare tutto quel che vuole, ma
tutto ciò lo aiuterà a rendersi conto delle proprie forze e dei propri limiti,
superando le difficoltà nate da un diniego per assumere presto una propria identità
Questi comportamenti daranno modo al
bambino di rendersi conto che i genitori più forti di lui, ma basterà un capitolare di fronte ad un
capriccio che i genitori perderanno la loro forza ed, indirettamente, non potranno
rappresentare senso di protezione e “giganti buoni” di fronte a qualsivoglia
imprevisto. E’ importante poi che padre e madre abbiano una linea comune
relativamente all’educazione del figlio. Mai mostrarsi in disaccordo sui “si” o
sui “no” da impartire. L’accordo dei genitori è un’arma vincente. Evvero
peraltro che, nonostante la giovane età, i genitori dovranno sforzarsi di
chiarire la propria posizione ed il proprio diniego, in quanto, la sua
autostima non verrà meno nel caso di una resa di fronte ad una difficoltà
oggettiva ed esplicitata.
Solo nel caso di un protatto discutere
senza fine, il getirore userà il termine NO perché, NO, certamente
diseducativo, ma spesso anticipatore di un impatto con la società dove leggi e
comportamenti non sempre soddisfano se stessi.
Questo il corretto decalogo dei SI e dei NO
No all’autoritarismo.
Sì ai sorrisi , agli abbracci e alle coccole; o all’eccessiva
permissività; No alle botte (è
permesso uno sculaccione benevolo per rimarcare pericolosità o gravità di un
gesto; Il castigo efficace deve
consistere nella privazione di qualcosa alla quale il bimbo tiene
particolarmente.
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