Ai signori Consiglieri, ai signori Assessori, al signor Sindaco
La grave crisi economica italiana si riflette sulle disponibilità economiche dei Comuni. Il nostro, come altri, si trova in difficoltà e tale situazione incide negativamente su una serie di settori tra i quali lo stato sociale. Ma se è giusto, per noi tutti, fare sacrifici non è ammissibile che si tagli su alcuni settori che coinvolgono i giovani, i nostri figli. Lo sport è uno di essi. In una città dove non c’è un cinema, un teatro, dove mancano i centri culturali e le poche occasioni di crescita culturale e di formazione sono legate alla buona volontà delle associazioni di volontariato, solo la scuola e lo sport affiancano la famiglia nel difficile compito dell’educazione dei figli e di somministrazione di quegli insegnamenti propedeutici per un corretto stile di vita. Lo sport è vita, è benessere psico-fisico, è crescita culturale e baluardo alle tante tentazioni negative a cui si oppongono scuola e famiglia. Ed anche il tifo cestistico ha un suo ruolo: rappresenta uno dei pochi momenti di aggregazione e di affermazione di appartenenza, in una società, soprattutto quella dei piccoli centri, svuotati, spesso, di momenti aggreganti se si escludono quelli religiosi. Minturno vive di turismo e lo sport è un grande veicolo pubblicitario e, non sottovalutiamolo, anche occasione di lavoro per alcune maestranze. Lo sport è garantito da alcune società sportive che vivono le stesse difficoltà economiche che vive ognuno di noi e le stesse istituzioni. Queste società non possono e non devono chiudere; bisogna trovare delle soluzioni “intelligenti” per evitare, almeno in questo momento, di aggravare il loro bilancio con ulteriori spese. Dobbiamo rispettare le regole, ma le regole possono trovare, nella nostra fervida e propositiva intelligenza, una connotazione positiva e risolutrice: diamo un valore economico ad ogni risvolto positivo dello sport e ricaviamo un dare per chi lo sport lo gestisce: aggregazione, benessere psico-fisico, stile di vita, rispetto verso l’altro, promozione turistica, ect, etc e, sommando gli addendi positivi e sottraendoli al dare per i servizi erogati dal Comune , avremo la bella sorpresa di avere un valore uguale a 1 euro. Le società pagheranno, come prescrive la legge il dovuto, ma i bilanci non saranno messi a repentaglio con il rischio della chiusura delle attività. Amministrare come il buon padre di famiglia, questo prescrive la legge e questo vi chiediamo per non tramutare un momento di difficoltà in un definitivo danno per tutta la cittadinanza.
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