Una legge che favorisca l'occupazione e le imprese italiane in piena crisi. Questi gli obiettivi ed ecco che il governo delle larghe intese mostra tutto il suo animo statalista e sinistrorso a cominciare dal suo conduttore
Letta. Lo scandalo: aver condizionato gli incentivi alle imprese ad assunzioni a tempo indeterminato. Due considerazioni: siamo ritornati a considerare le imprese come venivano identificate tempo addietro le Poste, la Ferrovia, gli ospedali , ovvero imprese quali ammortizzatori sociali e non produttori di ricchezze. Abbiamo riempito le aziende citate per anni sino alla loro privatizzazione od aziendalizzazione che ha mostrato tutta l'inutilità e l'aggravio di spesa per quella filosofia, spesso anche clientelare. Ma vi pare che un imprenditore assume un giovane od un espulso dal mondo del lavoro, di una certa età, se sa di doverlo "accudire" per tutta la vita lavorativa sino alla pensione con la consapevolezza che, alla scadenza degli incentivi, in caso di crisi non sarà assolutamente possibile licenziarlo. Non si poteva includere anche il lavoro a tempo determinato, 3-6-12 mesi, 1-2-3 anni?; l'importante e far entrare i giovani nel mondo del lavoro e permettere loro di crearsi una famiglia, anche assommando, nel tempo e come succede nella gran parte del mondo, diversi ambienti lavorativi. Ciò avrebbe agevolato un colpo serio alla disoccupazione lenendo affanni psicologici di famiglie e giovani in ambasce. Caro Letta e cari "sinistri" per abbattere la disoccupazione, mettetevi in mente, bisogna che abbassiate le tasse ed il peso della burocrazia sulle imprese, su quelli imprenditori che, ancora oggi chiamate, in senso dispregiativo "padroni". Se l'imprenditore otterrà un maggior guadagno otterremo, noi tutti, più di un risultato: egli non lascerà l'Italia, nonostante i notevoli benefici offerti dalla delocalizzazione; assumerà personale, a tempo indeterminato e non, facendo occupazione e riattivando i consumi; su quel guadagno pagherà un maggior carico di tasse da incassare per lo Stato. Il lavoro dovrebbe essere tutto a tempo determinato inserendo meccanismi premiali, maggiori tutele e controlli sull'operato. Basta con il mito del posto fisso, bisogna imporre a tutti, ed a tutti livelli, il dovere, il rispetto e l'amore per il lavoro, quel rispetto che i nostri Padri avevano e che esempi negativi e comode emoluzioni hanno distrutto.
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