mercoledì 18 settembre 2013

LA CRISI E' SOLO AL NORD

E' vero, parlo per assiomi e generalizzando ma questa scoperta ha sorpreso anche Me ed è corroborata da fatti ed esempi. Stamattina ero a Napoli alle ore 9.30, ero in auto e si procedeva a passo d'uomo per un traffico terribile. Ma dove andavano tante auto a quell'ora?, queste persone non avevano un lavoro con inizio alle ore 7.30 - 8.00 come la maggior parte dei cristiani?, ma la benzina non costa le vecchie 5000 lire al litro?. Qualche risposta me la sono data; è evidente che la maggior parte di quegli automobilisti lavora nel sommerso dove non c'è cartellino o rigido controllo orario : " commendatò, stamattina mia nonna ha avuto un calo di pressione ed è svenuta, l'agg portata o spidale". Un'altra parte non ha un lavoro, è abituata ad arrangiarsi a praticare piccoli lavoretti senza orari e senza obblighi : venga dottò, un po più dietro e lasci le chiavi nel cruscotto!". Al nord la fabbrica è stata chiusa ed il cittadino operaio è stato licenziato e la sua moda di vivere non prevede che alla cassa integrazione sia la facile possibilità di avere le mani libere e fare due, tre lavoretti in nero senza pagare le tasse. Insomma, stavolta, non siamo noi del meridione, dell'abbandonato Sud a soffrire i danni di questa crisi e la geografia dei suicidi e quella delle manifestazioni di massa, o di singole realtà aziendali, ne sono una prova concreta. L'economia dell?inventarsi il lavoro ogni giorno di noi meridionali regge al momento difficile, quella del Nord è in brache di tela. Però state attenti perchè se ponete spalle al muro il meridionale, ebbene allora gli scenari cambieranno e la "rivoluzione"  partirà proprio dal Sud come è sempre successo quando il popolo, quello semplice, non politicizzato scavalca gli intellettuali, gli idealisti della protesta trascinando tutti e rendendo fisico, reale, duro, spesso anche molto violento, l'espressione del dissenso e dell'angoscia senza alternative.

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